venerdì 6 aprile 2012


“La questione morale, l'efficienza, la trasparenza e la legalità sono in cima al mio/nostro programma, La sinistra e il suo candidato fanno finta di nulla invece. Noi abbiamo già fatto un passo avanti e rotto con il passato: la società civile, la Como che lavora e che studia, lo chiede a gran voce. Son felice di essere la sola a volerlo garantire!”

Stamattina, aprendo la posta, non ho potuto ignorare questo post che Laura Bordoli ha pubblicato su Facebook. E questo perché mi sono sentito chiamato in causa direttamente, come trentenne “qualunque” appartenente a quella “società civile” e a quella “Como che lavora e studia” di cui parla la candidata del centrodestra. Proprio a quest’ultima, quindi, vorrei rivolgermi per spiegare – con l’esempio della mia stessa candidatura – che le cose, purtroppo per la nostra Città, non stanno affatto come lei immagina. Noi non siamo quelli che fanno finta di nulla. Noi che lavoriamo e studiamo chiediamo sì a gran voce un passo avanti, ma nel farlo non ci rivolgiamo più da molto tempo a quella compagine politica che lei rappresenta e che ha distrutto Como negli ultimi anni, prendendo scelte sbagliate, spesso egoistiche più che politiche. Ci rivolgiamo piuttosto a persone nuove, che davvero ci rappresentino. Con i fatti e non con le parole. Concretamente. Nello stesso modo silenzioso ma significativo con cui noi, cittadini della Como che studia e lavora, stiamo dimostrando di non avere più fiducia nel centrodestra e di non credere affatto che lei, Laura Bordoli, sia “la sola a voler garantire” un cambiamento, come scrive: è per questo che ci sono ben 23 liste che si stanno presentando alle urne ed è per questo che io stesso, finora estraneo alla politica, ho deciso di mettermi in gioco in prima persona, accanto a Mario Lucini. Perché come prima non era più possibile andare avanti. E perché non voglio che, come è accaduto stamattina, qualcuno in cui io non credo dica al posto mio qual è il futuro che immagino per me e per la mia città.
Marco Tettamanti

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